Dove si applica lo sconto in fattura?
Tutti ormai lo chiamano “sconto in fattura”. È il risultato del provvedimento che dovrebbe trasferire immediatamente al contribuente i benefici fiscali per le spese ammesse all’ecobonus (risparmio energetico) e al sismabonus. Le disposizioni consentono al contribuente di richiedere all’impresa che esegue i lavori un contributo sotto forma di sconto su quanto dovuto al fornitore.
La misura è già operativa. Per le spese riferite al risparmio energetico, è possibile avere subito uno sconto in fattura, anziché usufruire della detrazione in 10 anni.
Cosa deve fare il contribuente?
Il contribuente deve comunicare l’opzione sul sito dell’Agenzia o presso gli uffici entro il 28 febbraio dell’anno successivo a quello di sostenimento delle spese che danno diritto alle detrazioni.
Il meccanismo prevede un evidente vantaggio rispetto alla collaudata modalità che prevede l’utilizzo in 10 anni e richiede una sufficiente capienza di imposta Irpef.
Il credito d’imposta, per legge, viene anticipato dal fornitore. Si prevede, infatti, che il fornitore anticipi il contributo, salvo recuperarlo attraverso la compensazione in 5 anni. Questa deve avvenire esclusivamente tramite F24 a partire dal mese successivo a quello in cui il cliente lo comunica all’Agenzia.
L’opzione del cliente, quindi, impegna finanziariamente il fornitore, che potrà tenere conto di ciò nel suo prezzo. Tuttavia, quest’ultimo dovrà pianificare attentamente sia la sua capacità finanziaria, sia la sua capacità tributaria di assorbimento dell’anticipazione mediante F24.
Si desume, quindi, che non tutte le aziende saranno in grado di applicare lo sconto in fattura, creando una segmentazione del mercato non gradita agli artigiani e alle imprese che non partecipano a piattaforme strutturate. Da un lato, queste imprese possono rifiutare di concedere lo sconto, dall’altro esse rischiano di subire la concorrenza delle imprese meglio assestate sul fronte finanziario e organizzativo.
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